mercoledì 17 febbraio 2010

Ci vogliono tanti cerchi

Uscita dall'ufficio, a passo svelto torno verso casa, nella mente ripasso il ritmo frenetico che devo sostenere fino al fine settimana. Mi accorgo di un albero dal tronco sottile, precipitato in una pozzanghera. Una stretta al cuore: quanta pena! Non credete che gli alberi abbiano un'anima? Non ce l'ha fatta: vento e pioggia hanno strappato le radici per nulla solide. Il tronco era davvero troppo sottile. Ci vuole peso per resitere. A vento, pioggia, ingiustizie, regole, solitudini. Ci vogliono tanti cerchi, avete presente? Ogni anno il tronco di un anno si arricchisce di un cerchio concentrico. Chissà che espressione mi si stampa sul muso quando penso alla mia solidità, ai miei tanti cerchi. E non parlo dell'età. Ho ottenuto un cerchio quando ho iniziato ad amare me e i miei difetti. Quando ho capito che nel mondo ci sono imbecilli e che non devo redimerli io. Che non voglio piacere a tutti. Che le persone diverse da me possono essere una ricchezza. Che la felicità si nasconde in cose piccole e semplici. Quando ho mangiato la sardella per la prima volta, conosciuto el loco de la catedral, nuotato nell'oceano,visto La stanza di Van Gogh, essermi riconosciuta nella pelle del mio uomo, in una poesia e in una musica dolce. Quando ho iniziato a costruire. Sono un albero senza corteccia, ma sono un albero forte.

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