lunedì 22 febbraio 2010

Nel sonno condiviso

Se aveste mai dormito con un gatto
o con un cane adagiato sopra al grembo,
ora sapreste che la metamorfosi è possibile,
che uomo e gatto e cane sono
entità volatili e cangianti: nel sonno
condiviso scompaiono le stinte
gerarchie tra cavalieri e fanti.

(F. Marcoaldi)

In questo buio pesto, cerco di levarmi di dosso la tristezza che mi avvolge come una coperta. Non ci riesco, è tempo di sudare dolore.

mercoledì 17 febbraio 2010

Ci vogliono tanti cerchi

Uscita dall'ufficio, a passo svelto torno verso casa, nella mente ripasso il ritmo frenetico che devo sostenere fino al fine settimana. Mi accorgo di un albero dal tronco sottile, precipitato in una pozzanghera. Una stretta al cuore: quanta pena! Non credete che gli alberi abbiano un'anima? Non ce l'ha fatta: vento e pioggia hanno strappato le radici per nulla solide. Il tronco era davvero troppo sottile. Ci vuole peso per resitere. A vento, pioggia, ingiustizie, regole, solitudini. Ci vogliono tanti cerchi, avete presente? Ogni anno il tronco di un anno si arricchisce di un cerchio concentrico. Chissà che espressione mi si stampa sul muso quando penso alla mia solidità, ai miei tanti cerchi. E non parlo dell'età. Ho ottenuto un cerchio quando ho iniziato ad amare me e i miei difetti. Quando ho capito che nel mondo ci sono imbecilli e che non devo redimerli io. Che non voglio piacere a tutti. Che le persone diverse da me possono essere una ricchezza. Che la felicità si nasconde in cose piccole e semplici. Quando ho mangiato la sardella per la prima volta, conosciuto el loco de la catedral, nuotato nell'oceano,visto La stanza di Van Gogh, essermi riconosciuta nella pelle del mio uomo, in una poesia e in una musica dolce. Quando ho iniziato a costruire. Sono un albero senza corteccia, ma sono un albero forte.

giovedì 4 febbraio 2010

Try Rugby!

"Il rugby è uno sport da gentlemen. Prima di tirare il pallone, indietro, al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista. Non puoi tirargli un pallone vigliacco che gli arriva assieme a due energumeni che gli fanno del male. Però, mentre tu fai tutto questo bel ragionamento etico, ce n’è altri ventinove che ti guardano, di cui quattordici tuoi e quindici no, e di questi tre ti corrono addosso, due grossi e uno piccolo, ma cattivo, e la prima tentazione è di dare il pallone al tuo compagno.” Marco Paolini Capita spesso che i maniaci del calcio, in Italia, definiscano inutile una partita di rugby. Il SeiNazioni per me è la primavera, e poco importa se ci prendiamo (quasi) sempre il cucchiaio di legno. Il SeiNazioni arriva a colorare la parte più dura dell'inverno. Io, che pure ho amato il calcio (udite, udite: sono stata una delle prime donne arbitro della regione Lazio!), adesso in Italia vedo solo tifosi, con gli occhi foderati di prosciutto, che si fanno abindolare da campionati i cui esiti sono decisi a tavolino, da calciatori che si dopano e che vengono esaltati e super pagati. Salvo proprio poco del calcio italiano di oggi.
Chi gioca a rugby ha un bel cervello, oltre che bei muscoli. La primavera per me è in quelle braccia forti, nelle mischie che esaltano e spaventano, che mi fanno sentire piccola e mi fanno gustare, stupita, la tenacia, la determinazione senza pari. Piloni e tallonatori sono sporchi e con la faccia cattiva, ma al loro ruolo potresti applicare delle metafore di vita. Le partite del seinazioni mi piace guardarle allo stadio, o nei pub, dove i tifosi di diverse nazionalità bevono e ridono insieme.
Maniaci del calcio, beccatevi questo filmato e spiegatemi l'utilità dei vostri incontri. http://www.youtube.com/watch?v=QIvgWVvNFVg

mercoledì 3 febbraio 2010

Dance dance dance

"Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con tutto il resto." (M. H.)