"Signorì, io venno la frutta co' mi' genero, vennemo a basso prezzo, la robbba un po' acciaccata. Non immagggina quanto vennemo alle signore che parono facortose. Quelle 'mpettite, tutte profumate e eleganti, che pare che so' signore e poi se magnano le banane nere pe' spenne poco. Che poi er probbblema 'o sa qual è co' ste signorone? Nun è che toccheno co' delicatezza, no, ce vanno co' le unghie lunghe co'o' smarto dentro a la robbba. Ce rovineno. Quante pesche c'hanno fatto butta'! E' proprio vero, signorì: nun è tutto rose e fiori quello che luccicano. Fanno così i morti de fame, voteno berlusconi e se sentono signori. Se mettono 'o smarto e se magnano 'a zozzeria"
Vi riporto la saggezza che oggi mi è stata dispensata, da un simpatico signore anziano, in autobus. Sgrammaticata ma lucida analisi, non trovate? E poi mi chiama signorina, come non adorarlo? :)
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Meraviglioso, davvero saggio...però, pure lui...chiamarti "signorina", darti più anni di quelli che dimostri, che diamine!
RispondiElimina:)
un romano vero
RispondiEliminaCaspita che lucidità! :)
RispondiEliminaIo lo proporrei come consulente dell'assessorato alla cultura, varie, promiscue ed eventuali... :)
RispondiEliminaIn alternativa, ci farei un saltino settimanale a comprare le pesche da lui (magari in un'altra stagione)